Scristianizzazione
L'azione antirivoluzionaria dei preti refrattari e quella antigiacobina di molti preti costituzionali, spinsero la Montagna, a partire dal 1793, ad intraprendere una opera di scristianizzazione al doppio fine di liberare le masse dal condizionamento politico esercitato dal clero e di costruire una Era Nuova lontana dalle superstizioni, dal fanatismo e dall'oscurantismo religioso. Uno dei provvedimenti piu' macroscopici della scristianizzazione e' l'istituzione del calendario rivoluzionario (vedi). Accanto a questo vi sono anche provvedimenti minori ma ugualmente incisivi. Cosi' al culto dei santi si sostituisce quello dei martiri rivoluzionari (come ad esempio Marat); a Notre Dame si istituisce il culto della Dea Ragione; in molti comuni si rinuncia al culto cattolico e al santo patrono si sostituiscono eroi tirannicidi dell'antichita'(a Ris, ad esempio, al protettore San Biagio si sostituisce Bruto, l'assasino di Cesare); inoltre Fouché propone, e sono tanti i municipi che eseguono, che all'ingresso dei cimiteri sia posta la scritta "La morte e' un sonno eterno". All'opera di scristianizzazione si opposero Robespierre e Danton timorosi che i provvedimenti varati potessero alienare i favori dei paesi fino ad allora neutrali. Cosi' a partire dal 6 dicembre 1793, la Convenzione ribadisce la liberta' di culto ma molte chiese, chiuse qualche settima prima, non riaprirono.
Tratto
da: Mauro Còlivi, Guida allo studio della Rivoluzione
Francese, Marsala, La Medusa, 1995
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