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Richiesta di una conferenza territoriale sullo stato dell'ambiente nella zona del vastese.
Gennaio 2002

Gli Amici di Robespierre, a seguito della lettura dei dati statistici sulle incidenze dei tumori maligni nel territorio del vastese (965 casi nel solo anno 2000), inviano una lettera al sindaco (riportata qui di seguito) per convocare una conferenza territoriale sul nesso esistente tra patologie umane e inquinamento ambientale. Una conferenza la cui finalità ultima deve essere l'avvio di un'indagine, insieme ad un monitoraggio permanente, su tutte le forme d'inquinamento esistenti nel territorio del vastese (rifiuti tossici, elettrosmog, uso inadeguato dei pesticidi, ecc.). Non solo. Nella stessa missiva si propone una battaglia in favore di un maggior controllo delle autorità politico-amministrative sulle innovazioni tecnologiche. In altre parole, si auspica che da Vasto parta l'iniziativa di non immettere sul mercato alcun nuovo tipo di innovazione tecnologica se questa non è accompagnata da una certificazione scientifica comprovante la sua completa innocuità sull'ambiente e sulla salute dell'uomo. Si tratta di una vera e propria svolta nella "filosofia" del progresso. In sostanza occorre battersi affinché anche i prodotti tecnologici siano preventivamente sperimentati prima della loro vendita così come oggi accade per ogni nuovo medicinale prodotto.

Al Sindaco di Città
Dott. Filippo Pietrocola

OGGETTO: Salute pubblica e stato dell'ambiente vastese. Richiesta di incontro per una conferenza territoriale sul problema.

Egregio Signor Sindaco, nei giorni scorsi la cronaca locale ha riportato una notizia agghiacciante circa l'aumento dei tumori maligni nella ASL Lanciano-Vasto. Una notizia che non può essere letta e accantonata come se fosse un risultato calcistico o sportivo. Una notizia del genere, infatti, deve destare la riflessione di tutti e, in modo particolare, di Lei, Signor Sindaco, che in qualità di primo cittadino è anche responsabile della sanità pubblica. I 965 nuovi casi di tumore maligno diagnosticati nella zona del vastese nel solo anno 2000, riaprono vecchi interrogativi che a tutt'oggi restano, forse volutamente, senza risposta. Ci riferiamo alla questione dell'inquinamento ambientale che, se nella nostra città assume prevalentemente le forme dell'elettrosmog, nella zona del vastese si manifesta attraverso gli effetti dei rifiuti speciali, tossici e industriali (piana S.Angelo-San Salvo) od anche di un errato uso dei pesticidi (campagne cittadine e limitrofe). Alla luce di quanto esposto riteniamo che sia necessario un doppio approccio al problema. Da un lato occorre un rigoroso e preventivo controllo sulle innovazioni tecnologiche, dall'altro diventa indispensabile attivarsi per un costante monitoraggio dei fenomeni inquinanti esistenti. Ma procediamo con ordine. Fino ad oggi la tecnologia è stata a briglia sciolta tanto che il vecchio motto del liberismo economico, "laissez-faire", è stato di fatto trasferito su quello che potremmo definire liberismo tecnologico. I risultati catastrofici di questo fenomeno sono sotto i nostri occhi: inquinamento di ogni tipo (ambientale, acustico, luminoso, chimico, elettromagnetico, ecc.) e sue dirette conseguenze (tumori, agonie, decessi). Il problema è che ogni progresso tecnologico finisce per innescare dei processi che col tempo diventano, di fatto, irreversibili. Facciamo qualche esempio. Si può chiedere di non usare l'automobile? Certamente no. Si possono però indurre le case automobilistiche a produrre solo auto elettriche o a idrogeno? Certamente sì, ma se così fosse cosa accadrebbe, da un punto di vista socio-economico, nei paesi produttori di petrolio che fondano la loro economia esclusivamente sul greggio? E le grandi compagnie petrolifere accetterebbero passivamente e con senso civico questa svolta epocale? E ancora. Si possono vietare i trasporti su gomma e veicolare tutto il commercio sulle linee ferroviarie ad alta velocità? Se così fosse come camperebbero le migliaia di padroncini e le centinaia di corrieri nazionali ed internazionali? Insomma quando intorno ad un progresso tecnologico si costruisce e si consolida un certo assetto socio-economico diventa praticamente impossibile tornare indietro se non a rischio di guerre o di rivolte interne generalizzate. Quindi, Egregio Signor Sindaco, riteniamo che sia giunto il momento di un "New Deal" tecnologico cioè di un intervento della politica al fine di regolamentare il progresso tecnologico e inserirlo in un corso virtuoso. In altre parole, è tempo che ogni innovazione tecnologica, prima di essere immessa sul mercato, abbia una certificazione scientifica che comprovi la sua completa innocuità sia sul piano dell'ambiente che su quello della salute pubblica. Occorre procedere come già avviene per i farmaci perché anche una nuova scoperta tecnologica può nuocere alla salute così come un farmaco poco sperimentato. Questa nuova idea di sviluppo tecnologico può e deve partire da Vasto ma, per essere efficace, ha bisogno sia del sostegno di enti sovra-comunali (come la asl, la provincia, la regione e lo stato) che dell'appoggio dei singoli comuni del territorio i quali devono immediatamente farsi promotori di un'azione di monitoraggio permanente delle cause inquinanti esistenti. A questo punto, Signor Sindaco, avanziamo la richiesta di un incontro finalizzato a fissare in tempi brevi una conferenza territoriale sullo stato di salute di tutta la zona del vastese in modo da programmare interventi atti a tenere costantemente sotto controllo i fenomeni inquinanti (utilizzo dei pesticidi in agricoltura, rifiuti speciali, industriali e tossici, antenne ad emissione elettromagnetica, ecc.). Certi di poter contare sulla serietà e responsabilità con le quali svolge il Suo ruolo di "ufficiale sanitario" e confidando nella Sua sensibilità circa il dramma derivato dalle malattie tumorali, restiamo in attesa di poterLa incontrare quanto prima.


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