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IL COSTO DI UN JEANS PER RIPORTARE CORSO ITALIA AL SUO ANTICO SPLENDORE
Gennaio 2003

Sommario:

I lavori di ristrutturazione dei due edifici scolastici di Corso Italia sono culminati con la creazione di una scalinata che interrompe la passeggiata tra il Corso e Piazza Rossetti. Una trasformazione che rischia di creare non solo una bruttura architettonica, ma anche e soprattutto un danno alla già provata economia dei commercianti del Centro storico. “Les Amis” propongono ai cittadini di autotassarsi, per il costo pari a quello di un jeans, per far rimuovere la scalinata e per riappropriarsi della loro passeggiata dimostrando al Comune che nelle loro mani è, indiscutibilmente, la sovranità cittadina.










Al Comitato Cittadino per la Difesa del Patrimonio
Storico, Culturale e delle Tradizioni di Vasto

Alla Cortese Att.ne del Presidente Germana Benedetti

p.c. Organi d’Informazione



OGGETTO: “Il costo di un jeans per liberare Corso Italia”


Il Consiglio di Presidenza de “Les Amis de Robespierre”, riunitosi a seguito del convegno-dibattito che si è tenuto lo scorso 23 gennaio presso la sala del Centro Servizi Culturali, formalizza la sua proposta per eliminare la gradinata frapposta tra Corso Italia e Piazza Rossetti.
Gli Amici di Robespierre

CONSIDERATO


- che la gradinata costruita non era prevista nel progetto iniziale di ristrutturazione dei due edifici scolastici;
- che il prolungarsi dei lavori sta danneggiando non poco le attività commerciali poste a monte del cantiere;
- che voci sempre più insistenti riferiscono del fallimento di una delle ditte interessate alla ristrutturazione (con il conseguente pericolo di un ulteriore prolungamento dei tempi);
- che il solo ricorso alla magistratura, seppur legittimo e fortemente sostenuto da “Les Amis de Robespierre” al fine di individuare eventuali colpe e responsabilità, rischia soltanto di allungare i tempi della riconsegna dei lavori con ulteriori disagi e danni per i commercianti di Corso Italia;
- che le tradizionali lentezze del sistema giudiziario potrebbero favorire e consolidare la situazione attuale;
VISTO

- che il Comune di Vasto è in forti difficoltà finanziarie e che, in caso di colpe o responsabilità, ricorrerà con ogni mezzo a tutti i gradi di giudizio pur di sottrarsi al risarcimento del danno (con la conseguenza di un’ulteriore dilatazione dei tempi);



PROPONGONO


- Che si lanci subito una grande sottoscrizione cittadina per recuperare i fondi necessari a rimuovere la gradinata di Corso Italia. Se da un lato risulta evidentemente ingiusto che siano ancora i cittadini a pagare per gli errori, o meglio orrori, della pubblica amministrazione, dall’altro un’iniziativa del genere avrebbe una doppia valenza: strategica e politica.
Gli amici della Margherita di Vasto hanno calcolato in 400.000 euro l’importo necessario a rimuovere la situazione creata. Facendo “i conti della serva” basterebbe che i tremila firmatari del documento, con cui ci si oppone alle gradinate, versassero 100 euro a testa (l’equivalente del costo di un jeans) per raccoglierne ben 300.000, cioè una somma vicinissima a quella necessaria per togliere SUBITO i gradoni da Corso Italia. Se così fosse l’iniziativa verrebbe a caricarsi anche di un notevole significato politico: i cittadini vastesi, mettendo mano al proprio portafoglio, si riapproprierebbero non solo della città ma anche della propria sovranità, del proprio potere decisionale delegato, alle scorse elezioni amministrative, ad una Giunta che, in questo caso, non ha saputo incarnare la reale volontà degli elettori.
La nostra proposta, sia chiaro, mira solo ed esclusivamente ad accelerare i tempi per riportare il Corso al suo antico splendore. La via giudiziaria è legittima e deve essere percorsa fino in fondo, ma occorre tempo, troppo tempo. Se i cittadini ed i commercianti possono aspettare anche anni per conoscere gli eventuali responsabili di questo scempio e vederli pagare di persona (a quel punto si potrebbe ipotizzare anche una restituzione del denaro versato dai cittadini), certamente non possono attendere altrettanto per vedere il Corso restituito alla propria città.
Per questo chiediamo un incontro per lanciare tutti insieme e con forza questa iniziativa che potrebbe essere accompagnata dallo slogan “Il costo di un jeans per liberare Corso Italia”.



Il Consiglio di Presidenza
p. Prof. Maurizio Vicoli


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E.mail:robespierre@aruba.it