PUNTA ADERCI: UNA RISERVA NATURALE RIDOTTA A DISCARICA
Aprile 2004
Sommario:
Istituita nel 1998 con una Legge Regionale, la Riserva naturale di Punta Aderci (uno dei luoghi più incantevoli di tutta la costa adriatica) assomiglia sempre più a una discarica. L’inciviltà di alcuni cittadini e la negligenza dell’Amministrazione comunale rischiano di vanificare un progetto mai accettato con convinzione forse proprio per i numerosi vincoli ambientali che presuppone. Intanto voci sempre più insistenti si rincorrono per una lottizzazione a fini alberghieri di tutta l’area. Les Amis inviano un dossier fotografico (di cui si riportano di seguito le immagini più significative) sullo stato disastroso della Riserva e lanciano proposte concrete per una migliore conservazione del tratto di costa.
- Al Sindaco di Città Dott. Filippo Pietrocola - Assessore al Traffico Dott. Lino Soria - Assessore all’Ambiente Dott. Dario Ciancaglini LORO SEDI -------------------------------
OGGETTO: Punta Aderci una Riserva… di “monnezza”? Invio dossier fotografico e proposte operative.
Gentile Sig. Sindaco, Egregi Assessori, con la presente inviamo un dossier fotografico sul penoso stato in cui versa la famigerata Riserva di Punta Aderci.
Preoccupazioni A sei anni dalla sua istituzione, non c’è stata alcuna valorizzazione e le voci che corrono, circa le mire speculative, non solo preoccupano ma avviliscono specie se ci si sofferma a riflettere sulla voracità e miopia di alcuni imprenditori vastesi. Ma lasciamo da parte il processo alle intenzioni e veniamo ad esporre i fatti attuali.
Analisi A seguito di una segnalazione giunta alla ns. redazione, ci siamo recati, per un sopralluogo, alla Riserva. Lo spettacolo che si è aperto ai nostri occhi è stato davvero desolante: preservativi, siringhe, bottiglie, piatti di plastica e fazzoletti di carta si alternano a pneumatici, scheletri di lavatrici, giornali pornografici, mutande e buste contenenti rifiuti di ogni genere. Non solo. C’è persino chi ha costruito dei recinti in ferro “gabbiato”, come mostra una delle foto in allegato, per ritagliarsi uno spazio privato all’interno di quello pubblico (roba da stato feudale!!) . Si dirà che la situazione è peggiorata solo ultimamente a seguito del “Pasquone” di cui restano ampie tracce, ma la verità è un’altra: al di là degli strumenti da Pic-nic, tutto l’anno ci sono “invasioni” di (più o meno) teneri amanti, tossicodipendenti e improvvisati pescatori irrispettosi dell’ambiente.
Proposte di soluzione Visto che siamo alle porte dell’estate e dell’arrivo dei turisti, occorre un intervento straordinario finalizzato a ripulire il tutto nel più breve tempo possibile ed uno ordinario allo scopo di evitare il ripetersi di certi episodi di inciviltà. A quest’ultimo proposito si propone:
1) l’istallazione di una sbarra che permetta ai pochissimi residenti di raggiungere liberamente le proprie case e impedisca agli estranei di entrare nella Riserva con le automobili e le moto da cross. 2) Effettuare dei controlli settimanali (diurni e/o notturni) con poliziotti municipali al fine di scoraggiare ogni azione di inciviltà. Ci è stato inoltre riferito che la Regione Abruzzo stanzia ogni anno tra i 50 e i 75.000 euro per la gestione e la pulizia della Riserva e che l’incaricata del servizio è una cooperativa di Teramo. Pare che il Comune di Vasto abbia sfruttato i finanziamenti regionali solo per i primi due anni, mentre dal 2001 i fondi giacciono inutilizzati presso la Regione.
Certi che ancora una volta dedicherete tutta la Vs. attenzione alla nostra segnalazione e sicuri di avere quanto prima dei riscontri su quanto da noi proposto, Ringraziamo ed inviamo Distinti Saluti.
NOTA BENE: Il dossier fotografico è stato inserito solo nella busta indirizzata al sindaco.
|