Contro il tentativo di rinviare l'approvazione della legge del
22 pratile pro- posta dal Comitato di Salute pubblica (tentativo
che rifletteva i contrasti sorti in seno alla Convenzione con l'acuirsi
del Terrore e della tensione sociale in Parigi e in tutta la Francia)
Robespierre prese decisamente posizione e ottenne il suo ultimo
successo. Il Comitato di Salute pubblica era diventato troppo potente
e incontrollabile; si preparava la reazione termídoriana.
Cittadini, nella nostra repubblica due opinioni si manifestano in
modo assai accentuato. La prima è quella che tende a punire
severamente e inesorabilmente i delitti commessi contro la libertà;
è l'opinione di coloro che sono spaventati dalla colpevole
ostinazione con la quale si cerca di rianimare i vecchi complotti
e di inventarne dei nuovi in ragione diretta degli sforzi che i
rappresentanti del popolo fanno per soffocarli.
L'altra è l'opinione vile e criminale dell'aristocrazia,
che dal principio della rivoluzione non ha smesso di chiedere direttamente
o indirettamente un'amnistia per i cospiratori e per i nemici della
patria.
Due mesi fa voi avete chiesto al Comitato di Salute pubblica una
legge più estesa di quella che esso vi presenta oggi. Da
due mesi la Convenzione è sotto la spada degli assassini;
il momento in cui pareva che la libertà dovesse ottenere
un trionfo sfolgorante è invece quello in cui i nemici della
patria cospirano con maggior audacia. Da più di due mesi
il Tribunale rivoluzionario vi denuncia gli ostacoli che intralciano
la marcia della giustizia nazionale. La repubblica vi denuncia nuove
cospirazioni e l'innumerevole moltitudine di agenti stranieri che
pullula sulla sua superficie. E' in queste circostanze che il Comitato
di Salute pubblica vi presenta il progetto di legge di cui avete
sentito la lettura. Si esamini questa legge e si constaterà
a prima vista che essa non contiene nessuna disposizione che non
sia già adottata dagli amici della libertà, che non
vi è in essa alcun articolo che non sia fondato sulla giustizia
e sulla ragione, che tutte le sue parti sono state redatte per la
salvezza dei patrioti e per il terrore dell'aristocrazia congiurata
contro la libertà.
Sfidiamo le perfide insinuazioni con le quali si vogliono tacciare
di severità a oltranza le misure prescritte dall'interesse
pubblico. Questa severità può essere temuta soltanto
dai cospiratori, dai nemici della libertà e dell'umanità.
(Applausi).
lo chiedo che il progetto sia discusso articolo per articolo e seduta
stante. Motivo la mia richiesta in due parole: anzitutto questa
legge non è più oscura né più complicata
di quelle che il comitato vi ha già sotto- posto per la salute
della patria; in secondo luogo vi faccio osservare che da parecchio
tempo la Convenzione nazionale discute e decreta seduta stante,
perchè da parecchio tempo essa ha nella sua stragrande maggioranza
una viva sollecitudine per il bene della patria. (Vivi applausi).
Vi dirà dunque che queste richieste di aggiornamento su quanto
riguarda la sorte della repubblica, sono in questo momento artificiose
e che quando si è ben coscienti dei pericoli della patria
e dei suoi difensori ovunque si trovino, qualsiasi posto occupino,
si deve essere disposti più a sferrare colpi rapidi contro
i nemici che a provocare lungaggini utili solo all'aristocrazia
per corrompere l'opinione pubblica e per organizzare nuove cospirazioni.
Ci si inganna se si crede che la buona fede dei patrioti impieghi
una forza eccessiva contro le manovre dei tiranni dell'Europa e
dei loro vili agenti; il furore di costoro si manifesta attraverso
le calunnie delittuose che essi continuano e continueranno a vomitare
su questa assemblea, senza darvi requie, senza risparmiarvi artifici
né empie cospirazioni, finchè continueranno ad esistere.
Chiunque sia infiammato dall'amore della patria accoglierà
con entusiasmo i mezzi per raggiungere e colpire i suoi nemici.
Chiedo dunque che la Convenzione soprassieda alla proposta di aggiornamento
e discuta, se è necessario anche fino alle nove di sera,
il pro- getto di legge che le è stato presentato. (Vivi applausi).
La proposta di Robespierre viene approvata.
(Da La rivoluzione giacobina, a cura di G. Cantoni, cit.)