Nessuno può rimanere indifferente al fascino indotto da un bel
cielo stellato , ma quando la passione ti prende sul serio se ne
rimane stregati. Non si avverte più' il freddo, il sonno, la fatica,
tanto è il desiderio di osservare quei punti luminosi o quei tenui
fiocchi che a malapena si staccano dal fondo cielo, che si desidererebbe
sempre più' buio. E' come una droga (nel senso buono) che ti avvolge
e dalla quale fai fatica ad uscire.
Ottenere una bella fotografia e' una delle massime aspirazioni,
e la soddisfazione che se ne prova, tocca spesso i vertici.
Per i non addetti, quei punti bianchi sullo sfondo nero normalmente
non hanno nulla da dire e spesso ci viene chiesto se non era meglio
comprare un poster o un atlante fotografico senza sprecare tanta
fatica. Non è facile dare una risposta soddisfacente e tanto meno
logica. Secondo i maligni la molla trainante deriva da quel desiderio
di confronto, magari inconscio, che ti permette di dire agli amici
"questo l' ho fatto io"; noi siamo convinti che deve essere qualcosa
di più' , difficile da capire e tauto meno da descrivere, ma chi
l'ha provato lo avverte in pieno.
Fino a qualche anno fa era difficile ottenere dei risultati validi,
un buono strumento non era alla portata di tutte le tasche, e la
fotografia tradizionale presentava troppo spesso degli ostacoli
insormontabili , anche nel migliore dei casi il 50% dei lavori andava
sprecato; la lunga posa, la pellicola particolare , lo sviluppo
forzato e chi più' ne ha più' ne metta, riservavano troppo spesso,
amare sorprese, tanto da scoraggiare i più'.
L'avvento dell'elettronica ha fatto compiere un enorme balzo in
avanti e ci sentiamo di affermare che oggi sfruttando le nuove tecnologie
è diventato un gioco da ragazzi ottenere una bella immagine astronomica.
I risultati che tutti possono ammirare sulla stampa specializzata
hanno dell'incredibile . Con uno strumento amatoriale e in pochi
minuti si possono raggiungere delle magnitudini che prima erano
riservate a Monte
Palomar e cosi' di pari passo gli oggetti del profondo cielo
e ancor meglio le immagini planetarie. Oggi i limiti imposti dai
piccoli diametri sono di molto diminuiti, ed è possibile intraprendere
con successo una ricerca che prima era esclusivamente alla portata
dei professionisti.
E' rimasto ancora un grosso handicap: il costo. Infatti attualmente
una stazione astronomica equipaggiata con un sistema elettronico,
impone delle spese notevoli , che solo parzialmente possono essere
sopportate ricorrendo ai gruppi o alle associazioni fra astrofili
o anche ricorrendo all'intervento degli enti pubblici. E' presumibile
però che in un prossimo futuro i costi siano destinati a scendere.
Tutto sommato però , non deve poi essere tanto grave, visto che
in Italia ormai sono operative alcune centinaia di telescopi con
camera a C.C.D.
Ma vengono poi sfruttati tanti milioni impegnati in queste apparecchiature?
Forse questo è l'aspetto meno piacevole.
Si fa la nebulosa di Orione, la galassia in Andromeda, il quintetto
di Stephan: belle, bellissime , ma rischiano di essere sterili.
Una fotografia fine a se stessa, potrà suscitare ammirazione e soddisfazione,
ma inesorabilmente finirà nel dimenticatoio se non è parte di un
piano di ricerca con interesse scientifico.
Forse è proprio questo l'obiettivo che l'astrofilo dovrebbe perseguire
nella sua attività per avere un interesse continuo e sempre stimolante.
La ricerca scientifica ormai non deve più' intimorire alcun astrofilo,
oggi i mezzi e le possibilità ci sono e sono alla portata di tutti
. I campi aperti sono parecchi ed ognuno dovrebbe fare le proprie
scelte in funzione dello strumento disponibile, della qualità del
cielo, dell'esperienza acquisita e naturalmente in funzione di ciò
che desta la maggior soddisfazione. L'importante è seguire il programma
con serietà e tenacia ; i risultati non mancheranno. Un piano di
ricerca ben organizzato sarà uno stimolo efficace e duraturo nel
tempo.
Una ricerca che sicuramente offre queste caratteristiche è lo studio
dei pianetini o asteroidi.
Questa ricerca ebbe grande successo agli inizi del secolo da parte
degli astronomi professionisti, poi andò scemando poiché i nuovi
potenti strumenti venivano impiegati in quei campi che l'evoluzione
scientifica richiedeva. Attualmente una buona percentuale delle
osservazioni viene svolta dai dilettanti e fra questi primeggiano
gli Italiani e i Giapponesi.
In Italia, i primi studi a livello amatoriale iniziarono verso
la fine degli anni settanta all'osservatorio di S. Vittore in quel
di Bologna , dove un felice connubio fra uomini, strumenti e ubicazione
portò alla scoperta nel 1979 del primo pianetino N° 2235 battezzato
Vittore.
I problemi che allora si incontravano erano molti e di difficile
soluzione, basti pensare che l'unica apparecchiatura elettronica
esistente era la calcolatrice, ma probabilmente fu proprio questo
aspetto una delle molle trainanti per la continuazione degli studi
, del resto ben ripagati, poiché attualmente sono quasi un centinaio
gli oggetti scoperti dagli amici bolognesi. La loro grande disponibilità
ha permesso inoltre ad un'altra decina di osservatori italiani di
intraprendere con successo l' attività con oltre trecento scoperte.
Ciò per evidenziare le enormi possibilità offerte da questo campo
e non si deve temere che gli asteroidi siano esauriti: secondo B.Marsden
direttore del Minor Planet Center,
cioè il centro mondiale dove vengono raccolte tutte le osservazioni,
ci sono almeno 40000 oggetti in lista di attesa. Dunque ce n'è per
tutti.
La ricerca è alla portata di molti strumenti amatoriali , basta
un 20 centimetri equipaggiato con una camera a C.C.D. e già si possono
catturare oggetti di magnitudine 17 e molte scoperte vengono, oggi,
fatte con oggetti di questa luminosità. Non sono richiesti cieli
eccezionalmente limpidi, alcuni osservatori tra cui lo scrivente
lavorano praticamente in città, e i risultati non mancano. Le tecniche
di ripresa non presentano difficoltà eccessive, normalmente infatti
le pose fotografiche non superano i cinque minuti e ciò permette
di minimizzare tutti gli errori imposti dalle lunghe pose. Forse
la riduzione matematica dei dati potrebbe apparire leggermente in
salita, ma i programmi oggi disponibili, scritti da coloro che hanno
vissuto e superato i problemi, rendono abbordabile qualsiasi erta.
I risultati parlano chiaro tutti gli osservatori che hanno intrapreso
con serietà questa attività hanno al loro attivo delle scoperte
Non è comunque tutto facile e non sono pochi i problemi da affrontare
e da risolvere. Proprio per venir incontro a queste esigenze si
è pensato di redigere questa guida che è stata scritta da astrofili
per gli astrofili. Essa, sicuramente non ha alcun intendimento scientifico
, non vengono descritte nuove scoperte o nuove tecniche operative,
viene solo illustrato quel "modus operandi" indispensabile per affrontare
lo studio con semplicità, ma con il rigore richiesto dalla ricerca
scientifica. L'intenzione è quella di fornire gli elementi per coloro
che intendono iniziare e contemporaneamente costituire un vademecum
per gli esperti che troveranno raggruppati tutti i riferimenti raccolti
negli anni e spesso sparpagliati e difficili da reperire.
Un altro aspetto che non deve sottovalutare chi fosse intenzionato
ad intraprendere questo studio deriva dalla continuità, non ci sono
infatti tempi morti , si può fare ricerca in tutti i periodi dell'anno
e in tutte le ore della notte e ciò ovviamente accresce l'interesse
che spesso si trasforma in entusiasmo allorché seguendo un oggetto
se ne scopre uno nuovo. E un oggetto nuovo, allorché la sua orbita
sarà definita con la precisione richiesta, potrà essere battezzato
dallo scopritore. Anche il ritrovamento di un oggetto già scoperto
in precedenza può essere fonte di soddisfazione , spesso infatti
le nuove posizioni consentono la definitiva catalogazione e anche
questo è un risultato scientifico.
Ci piace a questo punto ricordare la filosofia degli osservatori
di S.Vittore secondo i quali non ci sono somme di denaro che possono
eguagliare la soddisfazione di una nuova scoperta.
Come si svolge la ricerca sui pianetini? Normalmente si inseguono
due obiettivi : la ricerca di oggetti nuovi, oppure l'inseguimento
di oggetti noti o comunque già scoperti. E' infatti indispensabile
per le nuove scoperte ottenere il più' alto numero possibile di
osservazioni distribuite lungo l'orbita, ma anche per gli oggetti
noti è molto utile ottenere delle nuove posizioni, con lo scopo
di migliorare la precisione degli elementi orbitali, cioè quei parametri
matematici che permettono di ritrovare gli oggetti in qualsiasi
data
Sarà quindi necessario ottenere delle foto di un campo celeste
prestabilito , una volta individuati gli oggetti con delle tecniche
opportune bisognerà misurarne la posizione.
In pratica si tratta di ottenere una posizione geometrica topocentrica,
cioè dal luogo in cui si effettua l'osservazione, riferita al sistema
di coordinate equatoriali con equinozio al 2000 e ad un tempo standard
che coincide con il Tempo Universale. La precisione della posizione
è piuttosto ristretta: migliore di un secondo d'arco, tale tolleranza,
però non deve incutere timore , ci sono gli elementi per rispettarla.
Le misure ottenute, oltre che per l'archivio personale andranno
inviate con opportune modalità al M.P.C. cioè Minor Planet Center
che dopo un controllo sulla precisione stabilirà che tipo di oggetto
è stato misurato : pianetino noto, pianetino con orbita provvisoria,
infine oggetto nuovo, cioè una scoperta che riceverà una nuova sigla.
Solo con un buon numero di posizioni distribuite lungo l'orbita
e tali da permetterne una perfetta identificazione l'oggetto nuovo
potrà essere definitivamente catalogato e potrà ricevere il nome
dallo scopritore. Come si vede il lavoro non manca!
E' da tener presente inoltre che in massima parte, le tecniche
osservative per i pianetini sono valide anche per le comete , quindi
anche gli appassionati di questi oggetti troveranno nella guida
un valido supporto, principalmente per quanto riguarda l'astrometria
di posizione.
Abbiamo cercato di descrivere con semplicità le tecniche operative
e gli strumenti necessari alla ricerca facendo riferimento a tecniche
ormai collaudate da anni; Non è riportata la tecnica fotografica
tradizionale ormai del tutto sorpassata e sicuramente deficitaria
nei confronti della tecnica elettronica sotto molteplici punti di
vista e principalmente per quanto riguarda la magnitudine raggiungibile
a parità di strumento. (Chi fosse interessato può comunque contattare
gli autori, i programmi per la ricerca fotografica tradizionale
sono ancora validi e disponibili).
Purtroppo l'unica camera a C.C.D. a cui si fa riferimento è la
ST-6 della Sbig, poiché
è quasi universalmente usata dagli osservatori attualmente operativi,
per la sua grande versatilità, ma qualsiasi altra camera potrà essere
adattata ai programmi, con la sola conversione del formato dell'immagine.
La guida non contiene inoltre il software , peraltro potra essere
richiesto espressamente agli autori. Siamo inoltre a disposizione
per tutti i problemi che eventualmente si possono incontrare.
Ricordiamo infine che il G.I.A. Gruppo Italiano Astrometristi ,
al quale fanno parte buona parte degli astrofili italiani che si
occupano di astrometria di posizione, si incontra con frequenza
semestrale e tutti possono parteciparvi.